L'animazione è cinema per tutti (non solo per bambini)
Il successo di critica e pubblico di Spider-Man: Across the Spider-Verse prosegue la forte presa di posizione da parte di Guillermo del Toro dopo il successo agli Oscar di Pinocchio:
l’animazione è cinema! Per troppo tempo infatti quella che è una forma d’arte è stata relegata ad espressione artistica minore o persino considerata semplicemente un genere.

Un frame di Spider Man: Across the Spider-Verse
Partendo proprio da questa controversia, no, l’animazione non è affatto un genere. A creare questo disguido può essere innanzitutto la marcata distinzione tra film live action e film animati, o ancora, la targettizzazione dei “cartoni animati” come semplici prodotti per bambini. Infine a determinare la divisione è anche la presenza di categorie a sé stanti, di recente istituzione, nei più importanti premi cinematografici.
Fino al 2002 infatti i film animati non avevano una propria categoria nella quale concorrere agli Oscar e, prima di allora, soltanto La Bella e la Bestia era riuscito nell’impresa di rientrare nella cinquina dei migliori film. Addirittura la candidatura a miglior film animato ai Golden Globe, presente dal 2007, impedisce l’inserimento nella categoria miglior film drammatico o commedia.
Distinzioni che dimostrano come l’establishment hollywoodiano abbia un comportamento differente verso l’animazione, una scarsa considerazione verso le sue qualità tecniche e comunicative. Subentra di conseguenza l’equazione film animato=film per bambini. Certo, non possiamo negare che come forma d’intrattenimento può essere la più indicata per un primo approccio alla materia cinematografica, ma proprio per questa ragione è un importante ponte transgenerazionale.

Toy Story è il primo film prodotto e distribuito dalla Pixar è il 1995, il resto è storia.
Chiunque è passato dai classici Disney, dai rivoluzionari Pixar e dalla concorrenziale Dreamworks, sperimentando le tecniche in 2d, l’evoluzione in 3d e l’artigianale stop-motion. Ognuno ha custodito gelosamente un ricordo di quella prima visione e creato una propria comfort zone a partire da quei personaggi e da quelle canzoni. Riflettendoci è grazie a questi film che abbiamo fatto la conoscenza dei diversi generi esistenti.
Risate e lacrime fanno parte dell’altalena di emozioni concentrata in questi film che passano dal comico al drammatico, dal fantasy al fantascientifico, dal noir all’avventura. Senza contare la matrice di molte delle storie più amate, prelevata direttamente da grandi classici della letteratura e del teatro.
Ma i film d’animazione possono anche essere prodotti destinati solamente agli adulti. Nella cultura occidentale infatti ci sono molti esempi e non solo come esperimento di alcuni grandi autori. Il pianeta selvaggio, La collina dei conigli, Fire and Ice, South Park - Il film: più grosso, più lungo & tutto intero, Anomalisa, solo per citarne alcuni, sono film profondi, complessi, disturbanti, che oltre ad essere spesso passati per il dimenticatoio, sono giustamente non adatti ad un pubblico acerbo per uso di linguaggio e immagini esplicite o violente.

Una scena di Anomalisa di Charlie Kaufman
Tutto ciò dimostra come non sia possibile sminuire un’arte universale che molte volte si presta più facilmente a dare vita a certe opere rispetto all’utilizzo di attori in carne ed ossa. Testimonianza di ciò è Il Signore degli Anelli di Ralph Bakshi che, fino alla trilogia di Peter Jackson, sembrava l’unico modo per trasporre la monumentale opera tolkieniana.
Diversa invece la sempre ricca e prolifica tradizione del Sol Levante. Una cultura che sfrutta l'animazione per portare avanti importanti riflessioni, attingendo dalla fucina fumettistica ma non solo. Non servono infatti presentazioni ad Hayao Miyazaki che con il tempo ha affinato la sua tecnica e poetica, raccontando l'uomo, le conseguenze dei conflitti mondiali e le problematiche ambientali, ma con uno stile fantastico e favolistico (Nausicaa, Principessa Mononoke, Porco Rosso ecc..).
Lo studio Ghibli risulta quindi un'eccellenza di cui faceva parte anche Isao Takahata con Una tomba per le lucciole e La storia della principessa splendente. Come non nominare poi un maestro del cyberpunk e della fantascienza quale Katsuhiro Ōtomo con il suo capolavoro Akira, oppure Mamoru Oshii e l'indimenticabile Ghost in the Shell. Una sfilza di autore in grado di sfruttare il mezzo per portarci in epoche e realtà diverse, viaggiando anche per l'inconscio come in Paprika e Perfect Blue.

Produzione che ha fortemente ispirato il cinema in live action, attraverso alcune delle sequenze più emblematiche e suggestive della storia del cinema. Quindi, mentre guardiamo certi film, proviamo ad osservare con attenzione e sicuramente potremmo scoprire dediche o forti rimandi ai capisaldi dell'animazione, orientale o occidentale che sia.
Una branca imprescindibile della settima arte che negli ultimi anni, soprattutto dal post pandemia sta attraversando una delle sue maggiori crisi, evidenziata dalla risposta purtroppo tiepida del pubblico ed un appartenente difficoltoso cambio generazionale.
Ma è proprio nel momento della necessità che Spider-man: Across the Spider-verse è piombato sulla scena, rivendicando la forza e l'unicità dell'animazione che non solo è un'arte da salvare ma è anche un'arte che può salvare e di cui il cinema ha bisogno.
@riproduzioneriservata di Andrea Diamante