Mission Impossible: un nuovo modo di fare cinema action?
Più che crisi del cinema, quella in atto negli ultimi anni è la crisi dei blockbuster. Analizzando il mercato è evidente come la formula utilizzata dalle major debba subire un’inevitabile svolta. I budget sempre più elevati richiedono incassi ancora più alti ma, eccetto alcune rare eccezioni, il flop è quasi sempre assicurato.

Uno degli stunt di Tom Cruise nel nuovo Dead Reckoning PT.1
Tra i fenomeni più interessanti da analizzare c’è la parabola crescente di Mission Impossible, uno dei casi unici in cui ogni nuova uscita della saga supera i guadagni al box office del precedente. La questione diventa scoprire se questo è un unicum o se la formula scovata da Ethan Hunt possa essere in qualche modo replicata, indicando una nuova strada per tutto il genere action. Dal debutto del franchise nel 1996, con la prima missione dell’agente dell'IMF diretta da Brian De Palma, ad oggi è cambiato molto.
Quella che era una narrazione verticale ha assunto una sua orizzontalità a partire dal quarto film, con il debutto in live action di Brad Bird (Il gigante di ferro, Gli incredibili e Ratatouille) ed il prorompente ingresso di Christopher McQuarrie in cabina di regia. Molto si deve al regista di Princeton che ha restituito una chiave hitchcockiana alle avventure spionistiche, appoggiandosi al suo étoile. Perché senza alcun dubbio se Mission Impossible è diventato tale è grazie alla presenza di Tom Cruise, one man show d’altri tempi, che ha costruito la sua seconda giovinezza attorno alle follie che esegue sul set.

Tom Cruise e Cristhoper McQuarrie il regista ha diretto la saga da Rogue Nation (2015)
L’attrattiva principale nel scoprire la nuova missione impossibile sono proprio le acrobazie di Tom, che è anche produttore sin dal primo capitolo. Questo perché, in un cinema sempre più digitale, l'artigianalità di certe sequenze crea un maggiore coinvolgimento e conferisce una sorta di credibilità. Ovviamente non significa che non ci sia l’implementazione di dettagli o ricostruzioni sceniche in CGI, ma l’azione eseguita da Ethan Hunt tiene davvero con il fiato sospeso rispetto a certi stunt messi in scena in altri film ormai sfociati nel fantascientifico. Inoltre, il personaggio interpretato da Cruise, nel suo sembrare un superuomo, è umano nelle scelte e nelle difficoltà che incontra. Difficoltà sempre più contemporanee.

Film dopo film, il villain della saga è sempre più smaterializzato, giungendo a Dead Reckoning - Parte Uno nel quale l’Entità rappresenta la paura odierna per l’intelligenza artificiale. Niente di originale o di mai visto, ma l’epicità con cui sono narrate le missioni, la regia adrenalinica e l’incalzante ed iconica colonna sonora, unite ad un costante reinventarsi e mai rimanere ancorato al passato, hanno creato un franchise da oltre 3 miliardi di dollari d’incasso. Certamente tutti questi elementi non bastano a determinare se la formula è replicabile, ma altri esempi dimostrano che il punto di partenza deve essere proprio questo e, sicuramente, il caso Mission Impossible ha spianato la strada.
Analogo è lo sviluppo di un altro franchise sempre più in espansione come quello di John Wick, segnato da un comparto visivo riconoscibile, da duelli frenetici al limite del verosimile ma praticati e parzialmente eseguiti da Keanu Reeves, altra star a tutto tondo che in un certo senso emula quanto fatto da Tom Cruise. Non a caso anche questa saga, diretta dall'ex stuntman Chad Stahelski, detiene un bilancio più che positivo nel confronto budget-botteghino, ed infatti è pronto uno spinoff ed anche una serie.

Tom Cruise e Hayley Atwell sul set di Dead Reckoning PT.1 a Roma
Se quindi, come si dice, due indizi fanno una prova, siamo davanti ad un modello apparentemente vincente che necessita della prova del nove. Un percorso instradato dalla tenacia e dalle scelte di Tom Cruise che, andando contro le previsioni delle produzioni, ha riportato in auge il genere action. Nel difficile scenario cinematografico, il settimo film della saga di Mission Impossible punta ad essere una di quelle eccezioni, pronto a replicare uno sperato successo meno di un anno dopo con l’ottavo e, siamo quasi certi, non ultimo capitolo. Non resta che attendere i primi verdetti del box office e scoprire se Ethan Hunt ha portato a termine
l’ennesima Mission Impossible.
@riproduzioneriservata di Andrea Diamante