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Streaming War e Blockbuster... Il Futuro del Cinema è a Rischio?


Il cinema, come il teatro, può esistere solo rispettando tre elementi imprescindibili: lo spazio fisico ovvero la sala, lo spettacolo inteso come film e ovviamente il pubblico. Questi elementi, a causa delle arcinote conseguenze della pandemia, che ha solo anticipato inevitabili processi, sono in uno stato di transizione e al centro di continui dibattiti soprattutto tra cineasti e cinefili.


Hanno fatto scalpore in particolare alcune dichiarazioni che hanno evidenziato il problema principale nel cambiamento di pubblico accorso in questi ultimi tempi e di conseguenza la ricerca di contenuti diversi. “Se dovessi scommettere, un dramma come Argo non uscirebbe nelle sale. Non è passato molto tempo, ma oggi sarebbe una miniserie. Penso che i film nelle sale diventeranno più costosi, saranno veri e propri eventi rivolti principalmente ai giovani”.


Questo afferma in una recente intervista l’attore e regista Ben Affleck. Una presa di coscienza netta nei riguardi dell’attuale condizione dell’industria e dei nuovi canoni fissati dall’arrivo delle famigerate piattaforme streaming. A cambiare infatti è stato proprio il nuovo modo di fare e concepire la televisione, anni luce distante dal nostalgico tubo catodico e dagli esigui palinsesti.


Oggi la possibilità di scelta è pressoché inesauribile, i cataloghi sono in costante aggiornamento e a prevalere sono soprattutto le serie che, divorate in binge watching o assaporate settimana dopo settimana, diventano veri e propri casi mediatici. Serie dal forte impatto emotivo che passano dalla comicità dissacrante al dramma profondo, dal tono spensierato a quello più impegnato. Un quasi totale abbandono dello stereotipo delle sitcom (vedasi il post a riguardo sulla nostra pagina Instagram) che avanza di pari passo con l'approdo direttamente in streaming di film considerati autoriali; ciò non toglie che, proprio per aiutare la catena produttiva, si trovano in quantità maggiore prodotti qualitativamente minori per fattura e contenuto.


Una scelta distributiva che si ripercuote sulla sala cinematografica, destinata a sopravvivere soltanto grazie ai film appartenenti alla cultura pop. Marvel, Dc, remake, sequel e animazione, insomma i prodotti dal budget spropositato, monopolizzano già i cinema e continueranno a farlo dominando i box office. Riprendendo le polemiche parole di Scorsese e Coppola, che tentarono poi di aggiustare il tiro, questo genere di film è paragonabile ad un luna park che vive di soli eventi. Non c'è nulla di male nel voler staccare la mente e godersi un film leggero e divertente, l'importante è che non siano saturate tutte le sale senza lasciar spazio ad autori affermati ma anche emergenti.

Spazio ed occasioni sempre più limitate proprio dalle major cinematografiche che scommettono sempre meno su prodotti originali e coraggiosi, fatta eccezione per proposte provenienti da nomi altisonanti di Hollywood, per esempio Guillermo del Toro, fresco di candidatura all’Oscar con Nightmare Alley.


Un film dal forte richiamo noir, senza il caratteristico tocco fantasy del regista che ammette come abbia potuto girarlo solo per la fama ottenuta negli anni, potendo comunque muoversi solo entro certi limiti. "Per tutti coloro che sognano di fare film o che stanno iniziando adesso, la situazione al momento è brutale e inospitale per l'arte” (Scorsese) è il monito cui si aggiunge del Toro affermando quindi per esperienza recente che “questo è probabilmente il momento più difficile della storia per fare film per adulti”.

E’ cosi che molti titoli degni di nota, che desiderano comunicare e far riflettere la società odierna, finiscono per essere fagocitati dai blockbuster e ignorati da un pubblico di difficile lettura, avendo la sola flebile speranza di aggiudicarsi uno spazio nella slot machine chiamata streaming.



Lo spettatore infatti, unendo gli spunti qua approfonditi, non sdegna l’intrattenimento più impegnato, ma ha quasi un rigetto verso la forma in cui fruirlo e ancor più nei confronti del luogo, del contesto. Una lettura sconsolata della situazione odierna del cinema ma, come insegnano i continui mutamenti storici, non una posizione definitiva. Perché fin quando anche solo uno spettatore si emozionerà, immerso in chissà quale mondo creato e filmato da un regista, seduto sulla poltrona della propria sala di fiducia, munito di pop-corn, ci sarà sempre il cinema!



@riproduzione riservata di Andrea Diamante

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